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giovedì 15 settembre 2011

Clima poetico

[dal nostro blogger ospite DanieleDG]

Il ragazzo di una mia amica è polacco. Fino a poco tempo fa non parlava italiano ed era un po' difficile da interpretare ma ora l'ha imparato bene e l'altro giorno, davanti ad un kebab, mi fa: "Da noi i ragazzi sono molto più sensibili e tristi. Inverno: freddo, meno 30. Estate: piove! Nella mia scuola si sono uccisi in tre, uno con lettera e due senza. E' venuto lo psicologo: quando avete qualche problema, bevete! Il giorno dopo a scuola vi sgridano ma siete vivi."
Gli dico che è interessante, da noi gli psicologi ci dicono cose piuttosto diverse…

Il discorso si conclude lì ma avrebbe potuto continuare. Infatti secondo tutti gli studi il clima non ha nessuna influenza sulla felicità. Schkade e Kahneman si sono ad esempio chiesti se vivere in California rendesse le persone felici (Does Living in California Make People Happy?) PDF
La risposta è stata no, stranamente. E' risultata un'illusione, un errore di focalizzazione. Quando veniva chiesto sia a Californiani che ad abitanti delle fredde regioni del Midwest chi fosse più felice secondo loro tra i due gruppi, entrambi dicevano i Californiani. Allo stesso tempo però tutti e due i gruppi dichiaravano pure la stessa soddisfazione generale per la propria vita. Come mai? Le persone a volte si focalizzano troppo su un particolare (in questo caso il clima) sovrastimandolo e non tenendo conto adeguatamente di altri fattori importanti.
Ho un amico che ha vissuto qualche anno in California, è stato molto bene. Ora è a Rostock, nella Germania del nord. Continuo a pensare che questo dovrebbe fare una qualche differenza. Lui sicuramente negherebbe, mentre assiste alla famosa regata che si svolge ogni anno di fronte alla città e ascolta il rintocco dell'antico orologio della cattedrale.

Panorama di Rostock durante la regata

Ma in Polonia fa davvero così freddo? Possiamo dare un'occhiata al meteo o affidarci alla poetessa polacca Wisława Szymborska:

 Piccole parole

"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?" mi ha chiesto, e ha tirato un sospiro di sollievo. Infatti sono saltati fuori tanti di quei paesi che la cosa migliore è parlare del clima.
"Oh, signora," vorrei risponderle "i poeti del mio paese scrivono in guanti. Non dico che non se li tolgano mai; quando la luna scalda, allora sì. In strofe composte di grida tonanti, perché solo questo penetra attraverso il mugghio della tempesta, cantano l'esistenza semplice dei pastori di foche. I classici incidono con ghiaccioli d'inchiostro su cumuli di neve calpestati. Gli altri, i decadenti, piangono sul destino con stelline di neve. Chi si vuole annegare deve avere una scure per fare un buco nel ghiaccio. Oh, signora, mia cara signora!".
E' così che vorrei risponderle. Ma ho dimenticato come si dice foca in francese. Non sono sicura del ghiacciolo e del buco nel ghiaccio.
"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?"
"Pas du tout" rispondo glacialemente.



Comunque, per finire con un argomento a me caro, la scuola polacca di cinema d'animazione è nota per essere la più triste di sempre, con all'attivo numerosi film dall'atmosfera intrisa di pura disperazione esistenziale. Il mio preferito è probabilmente Schody ("Scale") di Stefan Shabenbeck del 1969, molto rigoroso, freddo. L'interpretazione dell'apologo rimane aperta.






- Se proprio in Polonia fanno film così vorrà pur dire qualcosa, no?
- Beh...no.



5 commenti:

  1. questo post è bellissimo (non solo perchè citi una delle mie poetesse preferite di cui ho scritto ampiamente nel blog): ci sono un sacco di cose che voglio tornare a rileggere tra un po'. Magari a gennaio. Magari tra un anno. Grazie.

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  2. Questo film è angoscia pura. Tutto ciò che accadrà oggi sarà sicuramente stupendo rispetto a questo. Brrr

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  3. Un post sulla tristezza mi ha resa più felice, questa mattina. Grazie!
    Tecnicamente parlando sembra che ci sia un collegamento tra ore di luce (che un po' c'entra col clima) e umore per via della melatonina. E l'ultimo antidepressivo uscito sul mercato invece che sulla solita serotonina pare che agisca proprio sulla melatonina. Probabilmente la questione è sempre non confondere le cose: in questo caso il buon umore con la felicità..

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  4. Il film è angoscioso, indubbiamente. Ma il protagonista lascia una traccia, diventa un mattone, non viene portato via dal vento. E le scale vanno verso l'alto. Il problema è che non sembrano avere una direzione. Sarebbe interessante fare una versione più ottimistica del corto: la camera indietro finale rivela che l'intrico di scale forma una struttura elegante, un fiore.

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  5. che bel post, molto autunnale. finalmente scopro il cinema polacco, dopo averne sentito solo la satira di Manera.. Un vuoto da colmare, grazie di avermi aperto un mondo..

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