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domenica 15 novembre 2015

Il nostro viaggio Jura-ssico/2. Innsbruck e Monaco di Baviera

Ecco dunque l'inizio del racconto del storia del nostro viaggio Giura-ssico.

Ho già detto della nostra ispirazione, e del prezioso documento, idiario di bordo stilato ogni sera dal Pulce che mi permette, dopo diversi mesi, di ricostruire i luoghi e le emozioni legate ad ogni tappa. 



Beh, non un gran pezzo di letteratura, lo ammetto. Prendiamolo così, come una scarna stesura di eventi stesa la sera, dopo la doccia, nel camper, con la rapidità che ispira chi non vede l'ora di concludere per poi buttarsi a capofitto tra le pagine degli adorati fumetti.


Partiamo dal confine Italo-Austriaco, il passo del Brennero, senza dimenticare la calda accoglienza si Sybille e della sua famiglia che siamo appena passati a salutare lungo il percorso.
Siamo diretti a Innsbruck, per scoprire che l'Inn è un grande fiume biancastro e turbolento come un enorme ruscello di montagna e che il campeggio, per fortuna, ha ancora un posto per noi.


Qui sopra ho messo il percorso ciclabile che dal Camping Innsbruck - Kranebitten porta alla fermata della funicolare, utile per raggiungere l'Alpenzoo





Parcheggiare con il camper vicino alla fermata per noi è stato impossibile, e il giro in bici è davvero bello, si passa lungo il fiume, tra gli orti dietro l'areoporto e si sente la presenza incombente delle aspre Alpi che sovrastano la città.






Foto degli animali non ne sono sono venute di decenti: in pieno giorno faceva molto caldo e i poveretti se ne stavano giustamente ritirati negli angoli d'ombra.




Di certo a me hanno impressionato le aquile. Ma leggiamo cosa ne scrive il Pulce:




La seconda parte del testo del Pulce comincia a descrivere la tappa successiva del viaggio, che ci ha portati in all'agricampeggio Dulipphof nelle campagne a sud di Monaco di Baviera.


Avevo scelto Taufchirchen perché ogni mattina ti facevano trovare il pane fresco, e poi perché saremmo stati in campagna ma avremmo potuto facilmente raggiungere la stazione della S-Bahn in bicicletta, e con quella, in mezz'ora, saremmo arrivati dritti in centro. 


Così è stato, e ci siamo ritrovati ben presto a naso in su tra le gigantesche ed infinite meraviglie del Deutches Museum.


Qui si che qualche foto ce l'abbiamo, ma soprattutto le mie, che da fanatica di libri d'avventura e di navigazione (ebbene sì, ho finito anche la saga di Hornblower) non potevo perdermi le riproduzioni a dimensione naturale di un ponte cannoni 


e del mitico veliero HMS Victory con la tipica decorazione a scacchiera gialla e nera di Nelson.


Certo che Monaco merita sicuramente una visita più approfondita. Non tutte le città hanno, aggrappato su un fianco dell'edificio principale, un grande drago di bronzo!


Fino a qui abbiamo (almeno) imparato:

1) che è impossibile visitare il Deutches Museum in un giorno solo e il razzo che contiene non ci sta in un'unica foto
2) quanto è buono l'apfelschorle
3) Innsbruck significa nient'altro che "ponte sull'inn"
4) se una strada si chiama zweibrückenstraße verosimilmente attraverserà due ponti
5) i bretzeln continuano a piacerci un sacco, senza ombra di dubbio
6) se una porta d'accesso a Monaco si chiama Isartor verosimilmente sarà rivolta verso il fiume a sud est della città, che si chiama Isar
7) se il Deutches Museum è situato sulla Museumsinsel, starà proprio su un'isola in mezzo a due bracci del fiume Isar.
8) che se durante un esperimento con l'elettricità ad alto voltaggio ti dicono di tapparti le orecchie (o meglio capisci che lo stanno dicendo perché tutti i madrelingua si stanno tappando le orecchie) lo stanno dicendo per una buona ragione.



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